Luoghi e opere di San Pietro a Roma

di Padre Giorgio Picu -   pubblicato il 12/07/2024

 

San Pietro fu apostolo di Gesù Cristo e primo Papa di Roma, dove visse per circa 25 anni fino alla sua morte per crocifissione. Visse e predicò in diverse aree della città, e a questi luoghi spesso corrispondono siti sacri da scoprire durante una visita a Roma. Scopriamo insieme quali.

 

La predicazione

Numerose risultano le testimonianze scritte sulla predicazione di S. Pietro a Roma. Papia vescovo di Gerapoli, citato da Eusebio di Cesarea, testimonia che Pietro predicò a Roma all'inizio del regno di Claudio (42), e che i suoi ascoltatori chiesero a Marco che mettesse per iscritto gli insegnamenti che avevano ascoltato a voce. Eusebio aggiunge che l'episodio è raccontato da Clemente nel VI libro delle Ipotiposi. Anche S. Ireneo ricorda che Matteo aveva scritto il suo vangelo mentre Pietro e Paolo evangelizzavano Roma.

Antiche tradizioni lo fanno ospite nella casa del senatore Pudente (sulla quale oggi sorge la chiesa di Santa Pudenziana sua figlia, dove è conservata la tavola sulla quale l'apostolo avrebbe celebrato l'eucaristia) e nella casa, sull'Aventino, di Aquila e Priscilla (sui cui resti è stata edificata la chiesa di Santa Prisca). Anche l'attuale basilica di San Sebastiano fu venerata da tempi antichissimi come Domus Petri, e un'iscrizione del papa Damaso all'interno della chiesa attesterebbe che lì abitarono Pietro e Paolo. Ugualmente la basilica di Santa Maria in Via Lata sorgerebbe proprio dove vi era una casa in cui abitarono Pietro, Paolo e Luca, che qui scrisse gli Atti degli apostoli. Si ricorda poi la località ad nymphas sancti Petri, sulla via Nomentana, presso il cimitero dell'Ostriano, dove secondo la tradizione l'apostolo battezzava i fedeli.

 

Gesù e San Pietro  - Carcere Mamertino, Roma
Gesù e San Pietro  - Carcere Mamertino, Roma

 

A Roma ebbe inoltre fine, secondo antiche tradizioni, lo scontro fra Pietro e il mago Simone di Samaria di cui parlano anche Eusebio di Cesarea e Giustino. Secondo la loro testimonianza questi era giunto a Roma al tempo di Claudio e Pietro l'aveva seguito proprio per confutare le sue teorie. Eusebio sottolinea inoltre che Simone era noto per la sua vita immorale, famoso per i prodigi della sua magia, che gli conquistarono la fama del popolo che edificò in suo onore perfino una statua su cui era inciso "Semoni Deo Sancto". Ancora oggi nella chiesa di Santa Francesca Romana si conserva una pietra con i solchi di due ginocchia, secondo la tradizione, quella su cui Pietro si inginocchiò pregando il Maestro di fermare gli incantesimi dell'avversario, che in effetti dovette abbandonare Roma e morì poco dopo: molti dei suoi seguaci, riconosciuta la superiorità del Dio annunciato da Pietro, si convertirono.

Secondo le Omelie di san Clemente, Pietro ebbe più d'una volta discussioni pubbliche col mago Simone, che insegnava dottrine spiritualiste mescolate con la mitologia greca e compiva stupefacenti prodigi con i quali conquistava l'attenzione della folla. A Cesarea, dopo il concilio di Gerusalemme, in uno di questi scontri il mago, ostacolato dalle predicazioni dell'apostolo, preferì fuggire a Tiro. Pietro lo seguì, così da confermare nella fede i cristiani ingannati dal falso profeta, e raggiunse Tiro, Sidone e l'odierna Beirut, dove guarì parecchi malati e stabilì vescovi a capo delle comunità. La tappa successiva fu Tripoli. Dopo tre mesi passati lì, l'apostolo si trasferì ad Antiochia, all'incirca nell'anno 52.

 

Arresto e martirio

Gli Atti di Pietro raccontano come, a seguito dello scontro con Simon Mago, l'apostolo fosse riuscito a conquistarsi molti proseliti che decisero di convertirsi al cristianesimo e farsi battezzare. Fra i catecumeni vi erano parecchie donne, fra le quali spiccavano Santippe, moglie del nobile Albino, e le quattro concubine del prefetto Agrippa. Esse avevano preferito abbandonare i loro amanti e seguire l'insegnamento cristiano attraverso l'astinenza sessuale. Agrippa e gli altri mariti, decisi a ricondurre nei propri talami le mogli, ordirono una congiura contro Pietro che, avvertito da Santippe, preferì fuggire piuttosto che essere ucciso. Durante la fuga, mentre si trovava sulla via Appia, gli venne incontro Gesù, portando con sé la sua croce. Quando l'apostolo chiese al maestro: "Domine, quo vadis?" (Signore, dove vai?), questi rispose: "Vado a Roma per farmi crocifiggere un'altra volta". Sicuro che ormai la sua ora era segnata, Pietro preferì tornare a Roma per esservi crocifisso al posto del Maestro. Lungo la Via Appia, nei pressi delle catacombe di San Callisto, si trova oggi la piccola chiesa del "Domine quo vadis", che ricorda l'evento. Per una visita delle Catacombe di San Callisto clicca qui.

 

Domine, quo vadis? - Annibale Carracci (1601-1602), Londra, National Gallery
Domine, quo vadis? - Annibale Carracci (1601-1602), Londra, National Gallery

 

Pietro venne dunque arrestato a seguito della persecuzione neroniana e secondo antiche tradizioni rinchiuso, all'interno del Carcere Mamertino (dove poi sorse la chiesa di "San Pietro in Carcere") dove i due carcerieri, destinati a diventare i santi Processo e Martiniano, vedendo i miracoli operati dall’ apostolo, chiesero il battesimo. Allora Pietro, facendo un segno di croce verso la Rupe Tarpea, riuscì a farne scaturire dell'acqua e con essa battezzò i due carcerieri che subito dopo aprirono loro le porte per invitarli alla fuga, venendo però scoperti e giustiziati. Per una visita del Carcere Mamertino clicca qui.

Catturato nuovamente dai soldati dell'imperatore venne crocifisso, secondo la tradizione trasmessa da Girolamo, Tertulliano, Eusebio e Origene, a testa in giù per sua stessa richiesta fra l’anno 64, anno dell'incendio di Roma e dell'inizio della persecuzione anti-cristiana di Nerone, e il 67. Il Martirologio Romano, i Sinassari delle Chiese orientali, nonché il Decretum Gelasianum del V secolo affermano: «Non in un giorno diverso, come vanno blaterando gli eretici, ma nello stesso tempo e nello stesso giorno Paolo fu con Pietro coronato di morte gloriosa nella città di Roma sotto l'imperatore Nerone», fissandone quindi la data al 29 giugno 67.

Eusebio di Cesarea accenna ad esempio alla testimonianza del vescovo Papia di Ierapoli e Clemente di Alessandria secondo i quali Marco scrisse il suo Vangelo a Roma su richiesta dei cristiani di quella città, che desideravano una testimonianza scritta degli insegnamenti di Pietro e dei suoi discepoli; questa notizia è confermata da Ireneo di Lione. Sulla base di queste testimonianze Eusebio dichiarò che Pietro si rivolgeva a Roma con il nome figurato di Babilonia nella sua prima lettera (1 Pt 5, 13). Uno dei motivi per cui Pietro non avrebbe scritto in tutte le sue lettere il nome di Roma, potrebbe essere che dopo la sua liberazione miracolosa narrata negli Atti degli Apostoli e la fuga da Gerusalemme, egli era per le autorità un latitante ricercato; ma non mancano altre spiegazioni, come l'uso di crittogrammi tipicamente giudaici per Roma, come l'antico toponimo "Babilonia". Nella prima lettera di Clemente (95-97 circa), attribuita a Clemente di Roma si trova scritto: «Per invidia e per gelosia i più validi e i più importanti pilastri [della Chiesa] hanno sofferto la persecuzione e sono stati sfidati fino alla morte. Volgiamo il nostro sguardo ai santi Apostoli... San Pietro, che a causa di un'ingiusta invidia, soffrì non una o due, ma numerose sofferenze, e, dopo aver testimoniato con il martirio, assurse alla gloria che aveva meritato». (Clemente di Roma, lettera ai Corinzi, v)

San Girolamo nel De viris illustribus, basandosi su fonti più antiche, soprattutto Eusebio di Cesarea, scrive: «Simon Pietro, figlio di Giovanni, dal villaggio di Betsaida nella provincia di Galilea, fratello di Andrea apostolo, ed egli stesso capo degli apostoli, dopo essere stato vescovo della Chiesa di Antiochia e aver predicato alla Diaspora - i credenti nella circoncisione, nel Ponto, Galazia, Cappadocia, Asia e Bitinia - si spostò a Roma nel secondo anno di Claudio per spodestare Simon Mago, e vi mantenne il seggio sacerdotale per venticinque anni fino all'ultimo, ovvero il quattordicesimo anno di Nerone. A causa sua ricevette la corona del martirio venendo inchiodato alla croce con la testa verso terra e i piedi innalzati al di sopra, sostenendo che era indegno di essere crocifisso nella stessa maniera del suo Signore. Scrisse due lettere che sono dette "cattoliche", la seconda delle quali, essendo diversa nello stile rispetto alla prima, è considerata da molti non di sua mano. Anche il Vangelo secondo Marco, che era suo discepolo e interprete, è ritenuto suo. D'altra parte i libri ascritti a lui, di cui il primo è intitolato Atti, un secondo Vangelo, un terzo Discorso, un quarto Apocalisse, un quinto Giudizio, sono respinti come apocrifi. Seppellito a Roma in Vaticano presso la via del trionfo, è venerato da tutto il mondo» (Sofronio Eusebio Girolamo, De viris illustribus).

 

Santo sepolcro di San Pietro presso Basilica di San Pietro a Roma
Santo sepolcro di San Pietro presso Basilica di San Pietro in Vaticano

 

Sulla presenza della tomba di S. Pietro sul colle Vaticano basta leggere i risultati finali della commissione istituita da Pio XII e guidata dalla proff.sa Margherita Guarducci. Anche la dichiarazione ufficiale fatta da Paolo VI nel 1963: “Pietro è cui”. Le contestazioni tardive oppure le altre ipotesi come Babilonia o Gerusalemme non meritano essere prese in considerazioni in quanto di ispirazione protestanti che, da Luther in poi, cerca, con ogni mezzo, di contestare la verità storica. Per una visita della basilica di San Pietro in Vaticano e della sua tomba clicca qui.

I siti da visitare a Roma per ripercorrere vita e opere di San Pietro sono quindi:

  • Carcere Mamertino (prenota una visita)
  • Chiesa Quo Vadis
  • Chiesa di s. Nereo e Achilleo
  • Chiesa di s. Pietro in Vincoli
  • Chiesa s. Pietro in Montorio col il tempio di Bramante
  • Basilica di San Pietro – nei sotterranei sito archeologico e Tomba (prenota una visita)

 

OMNIA Vatican&Rome

Per gruppi o viaggiatori indipendenti, OMNIA Vatican&Rome è la divisione dell’Opera Romana Pellegrinaggi – Vicariato di Roma che permette a pellegrini e visitatori di combinare la scoperta del patrimonio culturale, storico, archeologico e artistico di Roma con la base spirituale o religiosa che spesso ha condotto alla sua realizzazione.

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