I Grandi Santi a Roma
La Città Eterna, culla del Cristianesimo, conserva con amore in molti luoghi sacri la memoria di tanti uomini e donne che hanno ricevuto dalla Chiesa il riconoscimento della Santità.
In occasione del Giubileo abbiamo concepito un itinerario a piedi nel cuore di Roma che ci porterà a conoscere meglio alcuni tra loro. Uomini e donne di epoche, estrazione e carismi differenti che hanno servito la Chiesa e gli uomini del loro tempo nelle loro necessità spirituali e materiali con totale dedizione e amore o che hanno dato testimonianza della loro fede col martirio. L’incontreremo nelle chiese che li hanno visto operare o dove oggi riposano. La loro santità e il loro esempio non potrà che aiutarci nel nostro personale cammino di fede.
I Luoghi dell'Itinerario
La Chiesa del Gesù: Sant’ Ignazio di Loyola
La Chiesa del Gesù è la chiesa madre della Compagnia di Gesù dedicata al suo fondatore, sant’Ignazio di Loyola, uno dei grandi protagonisti della Riforma cattolica nel XVI secolo. Nato nel 1491 a Loyola in Spagna, a causa ad una terribile ferita in battaglia, abbandonò la vita militare e si mise al servizio di Dio. Giunto a Parigi per studiare teologia insieme a Francesco Saverio ed altri studenti, decise di fondare la Compagnia di Gesù, ponendola a servizio del Papa per la difesa della fede, la riforma della Chiesa e l’opera missionaria. Morì a Roma il 31 luglio 1551 e fu canonizzato da Gregorio XV nel 1622. S. Ignazio ha lasciato la sua grande eredità spirituale negli Esercizi, un insieme di meditazioni e di preghiere condotte in un'atmosfera di raccoglimento e di silenzio per convertire il cuore e per preparare la propria vita nella Chiesa e nel mondo. Questo prezioso strumento di spiritualità ha alimentato nei secoli l’impegno missionario dei Gesuiti che si sono spinti con fede e coraggio a portare il Vangelo nelle terre più lontane della Terra. In questa chiesa egli riposa sotto l’altare della bellissima cappella a lui dedicata. Sulla volta della navata centrale il grande affresco della Gloria di S. Ignazio esalta con vertiginose prospettive la missione affidata da Cristo al Santo e alla Compagnia di Gesù.
La Basilica di S. Maria sopra Minerva: Santa Caterina da Siena
In questa bellissima basilica incontriamo S. Caterina da Siena, la grande mistica e teologa domenicana. Nata a Siena nel 1347, a 16 anni entrò nella sua città natale tra le Mantellate, le terziarie domenicane dedicandosi con abnegazione ad assistere poveri e infermi colpiti spesso anche da terribili epidemie. Dopo aver preso i voti, Caterina iniziò un’intensa attività di corrispondenza che proseguirà per tutta la vita, dettando le sue lettere ai suoi seguaci, non sapendo lei scrivere. Con esse affrontò temi importanti e urgenti del suo tempo come la riforma della Chiesa, la pacificazione dell’Italia e dell’Europa, la necessità di una nuova Crociata dopo la conquista musulmana della Terra Santa del 1291, ma soprattutto il ritorno del Papato a Roma da Avignone. Con la sua costante azione, nel 1376 riuscì a convincere Papa Gregorio XI, da lei definito “il dolce Cristo in terra”, a riportare la sede papale a Roma.
Nell'aprile 1375, Caterina ricevette da Cristo le Stimmate, chiedendo però al Signore che esse non apparissero al mondo. Caterina morì a Roma il 29 aprile del 1380, a soli 33 anni.
Canonizzata nel 1461, è stata proclamata nel 1970 dal papa Paolo VI, Dottore della Chiesa, per la sua alta statura spirituale e dottrinaria. La sua avventura spirituale è raccolta nelle 352 Lettere, nel Dialogo della Divina Provvidenza e nelle sue Preghiere. In questa chiesa, le sue spoglie riposano sotto l’altar maggiore nel commovente sepolcro marmoreo raffigurante la Santa distesa col capo poggiato su un candido cuscino.
La Chiesa di Santa Maria Maddalena: San Camillo de Lellis
In questa chiesa possiamo rivivere l’esperienza umana e spirituale di S. Camillo de Lellis, patrono universale insieme a San Giovanni di Dio dei malati, degli infermieri degli Ospedali. Nato nel maggio 1550 a Bucchianico, una cittadina dell’Abruzzo, sin dalla giovinezza fu segnato da una malattia ad un piede che lo portò ad entrare nel mondo degli ospedali di Roma. Al San Giacomo degli Incurabili dal 1575 s’ impegnò con totale dedizione a migliorare questa realtà al servizio dei sofferenti. Nell'agosto del 1582 dette vita con alcuni fratelli di fede alla Compagnia dei Ministri degli Infermi. Trasferitosi poi all’'ospedale di Santo Spirito in Sassia, iniziò ad abitare lui e i suoi compagni nel convento annesso a questa chiesa.
Qualche anno dopo chiese di trasformare la Compagnia in un ordine religioso, che sarà riconosciuto nel 1591 dal Papa Gregorio XIV col nome dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. Nuove comunità sorsero in molte città italiane tutte al servizio dei grandi ospedali cittadini seguendo nel loro operare le Regole per ben servire gli Infermi, da lui concepite nel 1582 per dare le linee di azione spirituale e medica ai “servi degli infermi” come volle chiamare i suoi Chierici. Gravemente malato, morì il 14 luglio 1614 nel convento della Maddalena. San Camillo è stato canonizzato nel 1746 da papa Benedetto XIV. Il suo corpo riposa sotto l’altare maggiore, ma altre reliquie, tra le quali quella del suo cuore, sono conservate nella piccola stanza del convento dove lui è morto.
Basilica di S. Agostino in Campo Marzio: Sant’ Agostino e Santa Monica
Nella Basilica di S. Agostino in Campo Marzio incontriamo due grandi figure di santi legati da un profondo legame familiare e spirituale: S. Agostino d’Ippona e sua madre S. Monica, nati a Tagaste, città romana nell’odierna Algeria alla metà del IV secolo. Profondamente cristiana, Monica soffri molto per la vita dissoluta del figlio ma le sue incessanti preghiere portarono alla conversione del figlio, colpito dalla parola di S. Ambrogio, a Milano nell’Aprile del 387. Nell’estate dello stesso anno, Agostino e Monica decisero di tornare a Tagaste, ma ad Ostia nei pressi di Roma, mentre erano in procinto di imbarcarsi, Monica si ammalò e morì.
Tornato in Africa Agostino si trasferì ad Ippona, e nel 301 vi diventò sacerdote. Ma quattro anni dopo fu chiamato ad essere vescovo di questa città, dove rimarrà per ben 34 anni e dove morirà dell’agosto del 430. Egli ha lasciato il frutto dei suoi studi e meditazioni teologiche in importanti opere come la Città di Dio e il De Trinitate. Ma forse il suo lavoro più celebre sono le Confessioni, la profonda e sincera biografia della sua vita. La Chiesa lo ha riconosciuto con l’appellativo di Doctor Gratiae (Dottore della Grazia). Le sue spoglie furono portate nel 718 a Pavia, dove sono ancora oggi. Invece S. Monica, in un primo tempo tumulata nella Chiesa di S. Aurea ad Ostia, ora dal 1430 dorme in questa chiesa nella cappella a lei dedicata in uno splendido sarcofago di marmo verde. Un capolavoro molto noto del grande Caravaggio, La Madonna dei Pellegrini, corona con la sua bellezza questo luogo unico di Roma.
Chiesa di S. Agnese in Agone: Sant’ Agnese
Nel cuore di una delle piazze più belle di Roma, Piazza Navona, si apre la chiesa dedicata a S. Agnese, martire romana, molto vicina al cuore dei fedeli di questa città.
Secondo la tradizione, Agnese, giovane nobile nata nel 293 d.C. da un ramo di una grande famiglia romana, all’età di tredici anni, per il suo avvenente candore attirò le attenzioni del figlio del Prefetto di Roma che voleva farla sua sposa. Ma Agnese, già cristiana, aveva fatto voto di verginità e non volle accettare le sue proposte. Per vendetta l’uomo la denunciò all’imperatore Diocleziano, nemico acerrimo dei cristiani che la condannò ad una punizione umiliante: la giovane Agnese fu esposta nuda per gli avventori di una casa di malaffare posta in alcuni ambienti laterali dello stadio di Domiziano che si estendeva in quest’area. In questa terribile situazione essa venne protetta da interventi divini: i suoi capelli si sciolsero e crebbero al punto di coprire la sua nudità ed un uomo che attentò alla sua verginità, morì ai suoi piedi. I suoi carcerieri alla fine la uccisero con un taglio alla gola. Era il 21 gennaio del 305. Sul luogo del suo martirio sorse un primo oratorio e successivamente una chiesa. Poi nel 1652 Innocenzo X Pamphili decise di riedificare totalmente la chiesa esistente, affidandone i lavori al Borromini, che realizzò quanto vediamo oggi. Il corpo di S. Agnese oggi è deposto nel complesso di S. Agnese fuori le Mura sulla Via Nomentana, mentre in questa chiesa è conservata la toccante reliquia della sua testa conservata in un’urna d'argento in una cappella. Scendendo nella cripta della chiesa, adorna di antichi affreschi e pregevoli rilievi marmorei, troviamo la cappellina, luogo del suo martirio.
La Chiesa di S. Maria in Vallicella: San Filippo Neri
La chiesa di Santa Maria in Vallicella, nota anche come la Chiesa Nuova, è legata al nome di San Filippo Neri. Nato a Firenze nel 1515 da nobile famiglia, a 18 anni nel 1533 giunse a Roma. Nello scenario desolato di una Roma ancora materialmente e spiritualmente sconvolta dalla tragedia del Sacco di Roma del 1527, iniziò il suo apostolato. All’inizio come laico, e quindi dal 23 maggio 1551, come sacerdote. Nella chiesa di S. Girolamo della Carità egli iniziò l’innovativa esperienza dell’Oratorio, stimolando uomini d’ogni estrazione a momenti d’approfondimento spirituale con la lettura della Bibbia e con la preghiera, coinvolgendoli nell’amore alla musica e nella Visita delle Sette Chiese, un pellegrinaggio urbano di grande valore pastorale. Contemporaneamente si dedicò anche ai più diseredati e ai più bisognosi di aiuto, coinvolgendo nobili e persone del popolo in attività caritative e nell’assistenza ai malati negli ospedali. Proprio nell’Oratorio si formarono i primi figli spirituali, divenuti poi sacerdoti, che confluirono nella Congregazione dell’Oratorio, primo esempio di vita comune del clero secolare, approvato nel 1575 da papa Gregorio XIII.
Dietro quest’instancabile impegno missionario e pastorale, c’è sempre stata un’intensa vita di preghiera, ricca d’esperienze mistiche, quale quella fondamentale per la sua vita, avuta nelle catacombe di S. Sebastiano, nella Pentecoste del 1544.
Sempre lieto, comunicava letizia a chiunque lo avvicinasse, per questo il popolo di Roma e la Chiesa lo ricorda come il “Santo della Gioia”.
Morì serenamente nella chiesa da lui realizzata all’alba del 26 Maggio 1595. Canonizzato nel 1622, S. Filippo Neri è oggi compatrono della città di Roma insieme agli Apostoli, Pietro e Paolo. Il suo corpo riposa in questa chiesa sotto l’altare della bellissima cappella a lui dedicata.
QUOTA a persona € 20
La Quota Comprende
- Servizio Guida
- Auricolari
La Quota non Comprende
- Trasferimenti
- Pasti
- Quanto non menzionato ne “La quota comprende”
SUPPLEMENTI
In base alle vostre esigenze e necessità, l’ordine delle visite potrà essere modificato, combinando questo itinerario con le altre proposte dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Scrivendo all’indirizzo di posta elettronica booking@omniavaticanrome.org, sarà inoltre possibile prenotare i seguenti servizi, o parte di essi:
- pernottamento in case per ferie o hotel;
- pasti in struttura o in ristorante;
- altre visite guidate con guide autorizzate locali;
- assistenza di Opera Romana Pellegrinaggi;
- trasferimenti in bus/minivan;
- prenotazione della Santa Messa;
- biglietti d’ingresso ad altri siti d’interesse.
Questa proposta è dedicata a gruppi precostituiti.
Per informazioni e prenotazioni grazie per scrivere a booking@omniavaticanrome.org
Sede centrale
Palazzo del Vicariato Vecchio
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Dal lunedì al venerdì
dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 13:30 alle 17:00
Ufficio di S. Pietro
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Dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 17:00
Domenica CHIUSO