Paraguay

Arrivo al mattino all’aeroporto internazionale Silvio Pettirossi di Asunción. Asunciòn, fondata dagli spagnoli il 15 agosto 1537 (il giorno dell’Assunzione della Vergine, da cui prende il nome) è una delle città coloniali più antiche del Sudamerica. Sorge su un fiume, il Rìo Paraguay. Venne definita la madre delle città: da qui partirono molte spedizioni alla conquista del continente, tra cui quelle che fondarono Buenos Aires e Santa Fe in Argentina e Santa Cruz de la Sierra in Bolivia. Conserva antichi edifici in stile coloniale, classico e neoclassico, che si fondono con i grattacieli e le architetture ultra moderne, affacciati sulla baia omonima e lungo i viali alberati di lapacho. Pranzo. Nel pomeriggio, visita della città. I punti di maggiore interesse sono il Palacio de los Lopez (Palazzo Presidenziale e sede del Governo), l’antistante Manzana de la Rivera, la Catedral Metropolitana, il Pantheon Nacional de los Heroes, la Iglesia de la Encarnacion. Cena e pernottamento.

Piccola colazione in albergo. Al mattino, partenza in pullman direzione sud, percorrendo anche parte del Cammino Francescano. Prima di attraversare il fiume Tebicuary ed incontrare le tipiche cittadine gesuitiche, visiteremo anche la città di Yaguarón, per la visita della monumentale chiesa francescana di San Bonaventura, risalente alla metà del sec. XVIII, che testimonia la presenza di quest’ordine religioso contestualmente ai gesuiti. Pranzo in ristorante lungo il percorso. Nel pomeriggio, visita di San Ignacio Guazú e il suo museo di cultura e arte sacra che raccoglie le testimonianze del lavoro dei gesuiti in questa parte del Paraguay. Ben curato, con belle opere lignee di artisti europei e locali testimonia il fiorire culturale dell’epoca. Proseguimento per la reduccione gesuita di San Cosme y San Damián, fondata nel 1632 da padre Adriano Formoso che la trasformò nel principale osservatorio astronomico dell’era coloniale del Sudamerica. L’architettura è a due piani e il soffitto mantiene ancora molti dei suoi dipinti originali. Qui i gesuiti studiarono l’astronomia e, aiutati dagli indios, costruirono telescopi, quadranti e una meridiana, rudimentali ma precisi nel loro funzionamento. Arrivo nella città di Nuestra Señora de la Encarnación de Itapúa. Situata sulle rive del fiume Parana al centro di una ricca zona agricola nel meridione del paese, Encarnacion si è molto avvantaggiata dalla costruzione di un ponte sospeso che dal 1989 la collega alla città argentina di Posadas. Il ponte, detto "San Roque González de Santa Cruz" ha una lunghezza di oltre 2,5 km. A causa del suo clima mite è chiamata la Perla del Sud. Fondata dai Gesuiti nel 1615, divenne importante in seguito alla costruzione di una ferrovia nel 1854. Visita panoramica. Sistemazione in albergo nelle camere riservate. Cena e pernottamento.

Piccola colazione in albergo. Al mattino, partenza per la visita alle Reducciones, i più organizzati nuclei economici e culturali del Nuovo Mondo. Le Missioni gesuitiche dell’antica provincia del Paraguay, a partire dal 1609, furono le più famose tra quelle istituite in America e i suoi confratelli, tramite la evangelizzazione e l’insegnamento di arti e mestieri, si guadagnarono in poco tempo un prestigio straordinario e molto invidiato. In Paraguay, diversamente che altrove, le piccole comunità dei nativi Guaranì che costituivano la struttura interna delle missioni fondate tra il Rio Paraguay e il Rio Paranà (le reducciones de indios), vennero gestite secondo un nuovo concetto di evangelizzazione, un modello che potrebbe essere definito visionario. La planimetria delle missioni rispecchiava un clichè: alla grande chiesa, elemento centrale, si accostavano il coty guazù (la stanza per il ritiro spirituale delle donne), il collegio, il Capitolo (ove si riunivano i religiosi), le officine artigianali e i magazzini. Di fronte alla Chiesa c’era la piazza, dedicata al santo Patrono o alla Vergine patrona della missione. Le abitazioni dei nativi erano lungo il perimetro della piazza. I Gesuiti affidavano un appezzamento di terra a ciascuna famiglia e insegnavano loro a coltivare e ad allevare il bestiame. Le Missioni perseguivano vari fini interconnessi: la necessità di uno sfruttamento più razionale ed organizzato della terra, evitare la dispersione demografica e assicurare l’evangelizzazione, consolidare la sovranità della Compagnia di Gesù e il desiderio di proteggere giuridicamente l’indio. I Guaranì erano anche una popolazione con grandi capacità artistiche, come dimostrarono nella costruzione di chiese e immagini sacre intagliate nel legno. Sotto la guida dei Padri gesuiti, essi riplasmarono i modelli europei, arricchendoli con la loro fantasia creativa e la loro mitologia, fino a dare vita a quello che è stato definito il barocco ispano-guaranì. Nel 1769 vivevano nelle riduzioni 144.337 anime. Ma la crescita politica ed economica delle reducciones suscitò invidia ed animosità nei governanti del tempo che, non riuscendo a sottometterle direttamente, riuscirono a fare espellere l’Ordine dei gesuiti da tutto il Sudamerica nel 1768, con un decreto del Re di Spagna Carlos III, che ne sancì lo smembramento e la fine. Quando l’espulsione divenne effettiva, queste furono abbandonate e iniziò la dispersione degli indigeni. L’eredità consegnata dai gesuiti al Paraguay fu la conservazione della cultura, della lingua e delle tradizioni Guaranì, oggi patrimonio inestimabile del Paese. Visita alle Riduzioni di Jesús de Tavarangue (fondata nel 1685 è l’espressione più completa della progettazione degli spazi e della pianificazione organica dei gesuiti) e di Santìsima Trinidad de Parana (fondata nel 1706 su progetto dell’italiano Giovanni Battista Primoli. È la reduccion meglio conservata e anche la più imponente). Pranzo in ristorante nella città di Bella Vista Sur, capitale dello Yerba Mate, la bevanda nazionale. Il Mate è la bevanda preferita in Argentina, Paraguay, Uruguay e in Brasile. I primi riferimenti al consumo della Yerba Mate può essere attribuito all’etnia dei Kaingang, abitanti delle foreste dell’Alto Cuenca de la Plata circa 3000 anni a.C., i quali consumavano le foglie crude dell’Ilex Paraguenis (la pianta della Yerba Mate). I Kaingang chiamavano queste foglie “kongoñ”, ovvero “ciò che nutre”. In ogni caso, sono stati i Guaraní, popolo sudamericano nel nord-est dell’Argentina, nel sud-ovest del Brasile, in Paraguay, nel sud-est della Bolivia e in parte dell’Uruguay, che hanno perfezionato il processo di produzione, il metodo di consumo e di conseguenza lo sfruttamento delle proprietà nutritive del Mate. Per i Guaraní, la Yerba Mate è l’albero per eccellenza, un dono sacro degli Dei. Nella cultura Guaraní, la Yerba aveva un ruolo sociale che andava oltre il suo scopo nutrizionale. Masticare le foglie dava loro l’energia necessaria per le lunghe camminate nella giungla. Usavano le sue foglie per la preparazione della bevanda, come oggetto di culto, durante i rituali e come moneta di scambio con altri popoli preispanici. Furono comunque i Conquistadores a diffondere il consumo e le virtù della Yerba Mate in tutto l’allora Vicereame del Río de la Plata. Appresero dai Guaraní l’uso, i benefici e la preparazione del Mate che chiamarono “Hierbas del Paraguay (Erbe del Paraguay)”. Alla fine del XVI Secolo arrivarono i primi missionari gesuiti per occuparsi dell’evangelizzazione dei Guaraní. All’inizio consideravano il Mate una bevanda pericolosa, ma in seguito la Yerba fu accettata e il suo uso fu addirittura incoraggiato come una grande soluzione al problema della dipendenza da alcol. I Gesuiti furono i primi a comprendere l’importante potenziale economico che sarebbe potuto scaturire dalla commercializzazione del Mate. Indagarono sulla coltivazione della stessa, e furono i primi a riuscire a far germogliare i semi della pianta con un metodo segreto. Da lì in poi ebbero la possibilità di coltivarla e la Yerba Mate iniziò ad essere la principale fonte di reddito per i Gesuiti che, una volta ottenuto il permesso di commercializzare il prodotto nel 1645, iniziarono a coltivarlo alla fine del XVII Secolo. Iniziarono così a possedere svariati “yerbales hortenses” e pagavano un tributo al Re di Spagna, per poter coltivare e commercializzare questa pianta magica. Divenne così il Mate il principale prodotto oggetto di esportazione del territorio Guaraní, guadagnando il primo posto davanti a prodotti che la facevano da padrone, come lo zucchero, il vino e il tabacco. Nel pomeriggio, visita ad una delle yerbateras più importanti, Yerba Mate Selecta, per sperimentare una delle tradizioni più amate e radicate nell’erboristeria. Proseguimento per Ciudad del Este. Si tratta della seconda città più grande del Paraguay dopo la capitale; ci troviamo nella zona definita triplice frontiera insieme alle città di Foz de Iguazú (Brasile) e Puerto Iguazú (Argentina). Sistemazione in albergo nelle camere riservate, cena e pernottamento.

Piccola colazione in albergo. Di buon mattino, partenza in pullman per la visita a Los Saltos del Monday, una spettacolare cascata alta circa 40 mt. formata da tre salti principali. Nasce dalle acque del fiume Monday un affluente del fiume Paranà. Il nome deriva dalla lingua dell’antico popolo dei Guaranì e significa acqua che ruba. Questo succedeva a chi navigava lungo il fiume ignaro della presenza di una cascata e all’improvviso veniva inghiottito dalla natura. A seguire, visita ad una delle più grandi opere di ingegneria del mondo, il più grande generatore di energia idroelettrica del pianeta, la diga di Itaipu, una delle centrali idroelettriche più grandi al mondo. La diga è posta sul fiume Paranà che separa il Brasile dal Paraguay, per tale motivo la centrale è gestita da entrambi gli stati e viene definita “binazionale”. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, partenza in pullman per Asunción. Durante il tragitto, sosta per conoscere una delle Chiperías più famose del Paraguay: la Chipa è il pane tradizionale dei paraguaiani, a forma di ciambella a base di amido di manioca o di mais, latte, formaggio, uova e burro; la leggerezza dell’amido, macinato molto fine, permette che il sapore di formaggio fuso sia predominante (ricorda molto il pão de queijo brasiliano!). Sono davvero squisite, soprattutto quando si mangiano appena sfornate! Proseguimento per Caacupé, (Ka'agykupe in lingua guaraní) che significa dietro il monte: in una zona circondata da colli e valli rigogliose, sorge alla sommità dell'omonimo colle dal quale si può vedere il lago Ypacaraí. È meta di grandi pellegrinaggi. Nel Santuario dedicato alla Virgen de los Milagros si venera una statua di Maria scolpita nel XVI secolo da un fedele convertito, che fu salvata da una grande inondazione. Papa Francesco ha officiato qui una messa durate il suo viaggio apostolico in Paraguay. Soste a: Areguá famosa per la produzione di ceramica di alta qualità, la bellezza del suo centro storico e per la Chiesa di San Roque. Risalente al XVII secolo, è uno splendido esempio di architettura barocca e contiene alcune opere d'arte di grande valore; l’affascinante Lago Ypacaraí, anticamente chiamato "lago Tapycuá". Esistono diverse versioni sul significato del suo nome attuale. Per alcuni significa “lago santo”, dato che secondo la tradizione il Beato Luis de Bolaños lo benedisse attorno all'anno 1600. Secondo altre versioni il suo nome deriverebbe da un fraintendimento tra spagnoli ed indios guaraní: si racconta che quando gli spagnoli chiesero agli indigeni il nome del lago questi risposero "ypa karai?" che, tradotto, significherebbe "si riferisce all'acqua, signore?"; la città di Luque, nota per l'artigianato, soprattutto nei campi dell'oreficeria, della lavorazione del cuoio e della costruzione di strumenti musicali. Arrivo in serata ad Asunción. Sistemazione in albergo nelle camere riservate, cena e pernottamento.

Piccola colazione in albergo. Partenza in pullman per raggiungere il Paraguay Chaco. Situato sulla riva destra del fiume Paraguay, è composto da tre sotto-regioni: l’Alto Chaco, che comprende i dipartimenti dell’Alto Paraguay e parte del Boquerón, il Central Chaco, situato nel dipartimento di Boquerón ed il Bajo Chaco, dove si trova il dipartimento Presidente Hayes. Questo vasto territorio caratterizzato da estese pianure, foreste secche e savane di palmeti, è di grande ricchezza biologica, occupa il 61% del territorio nazionale e ospita solo il 3% della popolazione del paese. Fino agli anni ’70 era una regione quasi non sfruttata produttivamente e poco conosciuta. Prima di questo decennio era noto solo per l’insediamento di fabbriche di tannini nell’Alto Paraguay e per la colonizzazione operata dai Mennoniti, di origine germanica, comunità anabattiste che, nel secolo XVI iniziarono una migrazione dall’Europa Centrale verso Russia, Canada e America Meridionale. Un impressionante insieme di paesaggi naturali ricchi di vita animale, palmeti, estuari, lagune e fitte foreste costituiscono, in queste terre, lo sfondo dello scenario al quale quattordici etnie autoctone aggiunte alla popolazione creola contribuiscono con la diversità delle rispettive culture. In una pianura grande quattro volte l’Italia, vivono in piccole comunità disperse, mantenendo con caparbietà un patrimonio di tradizioni, riti, capacità artigianali e idiomi. Durante il tragitto, soste a: il Parador Pirahu (famoso per le empanadas, probabilmente una delle migliori del Paese); il Fortín Isla Po´i, uno dei posti di comando del Maresciallo José Félix Estigarribia durante la Guerra del Chaco negli anni 1932 e 1935 tra paraguaiani e boliviani. Arrivo a Loma Plata per il pranzo. Visita del Jacob Unger Museum di Filadelfia, uno dei musei più belli del Paraguay, per avere una panoramica generale che parte dalla storia dei Mennoniti alla guerra del Chaco per concludersi con la storia naturale del Chaco boreale, la fauna e la flora. Visita del Centro di Interpretazione del Great American, un sito che con effetti audiovisivi tematici ci aiuterà a comprendere il Chaco in tutte le sue dimensioni. Cena in una fattoria tradizionale del Chaco, protagonista il roast beef. Falò e riposo. Sistemazione in albergo nelle camere riservate e pernottamento a Filadelfia.

Piccola colazione in albergo. Partenza per le Lagune di Campo León, nelle vicinanze della Laguna del Flamenco (tempo permettendo). Esploreremo questo sistema di lagune salate, di piccole e medie grandezza, dove ogni anno vengono a svernare i fenicotteri andini. Immerse nel silenzio e circondate da bassa vegetazione, le lagune sono un luogo selvaggio dove poter vivere una esperienza in pace ed armonia con la natura: tutto intorno è facile avvistare alcuni dei mammiferi che vivono nella savana umida e, in completa tranquillità e sicurezza, muniti di binocolo, ci si potrà muovere anche a piedi per raggiungere punti di osservazione privilegiati. Con un pò di fortuna potremo cogliere le migliori occasioni per osservare e studiare questo complesso ecosistema. A sorprenderci saranno gli incontri casuali, anche con i grandi predatori felini, tra cui primeggia il puma, ma non sarà impossibile scorgere anche il giaguaro. Colpisce anche la varietà della flora endemica. Un habitat esotico in cui si alternano lagune, campi alluvionali, palmeti, fiumiciattoli, boschetti, mandrie al pascolo, oasi di arbusti e piante spinose che hanno contribuito al ripopolamento di specie come il sorprendente jabiru, la grande cicogna dal collo scarlatto e testa nera, simbolo di queste zone umide. Pranzo al sacco in campagna. Partenza per Laguna Capitán e visita dell’allevamento bovino con laboratorio sperimentale, dove si sviluppa la migliore genetica della regione. Visita della riserva naturale di Laguna Capitán con passeggiata pomeridiana/notturna per osservare la fantastica fauna crepuscolare che abita il luogo (volpi, pecari, cervi, armadilli, tapiri, puma, ecc.). Trasferimento in albergo a Neuland e sistemazione nelle camere riservate. Cena con degustazione di tagli pregiati di carne e altre prelibatezze del Chaco. Pernottamento.

Piccola colazione in albergo. Partenza in pullman per Fortín Boquerón, un'antica base militare, dove si possono vedere resti di trincee e bunker, nonché il cimitero militare paraguaiano e boliviano dei tempi della guerra del Chaco, negli anni '30. Dispone anche di un museo con oggetti e foto. Pranzo nella Colonia Neuland. Il termine significa Nuova Terra in tedesco e descrive l’esperienza dei pionieri che fondarono la colonia mennonita nel Chaco paraguayano nel 1947. Lungo la strada, sosta per la visita ad una Comunità indigena Enxet, esperienza molto interessante per conoscere la visione del mondo di questa antica cultura completamente associata e in armonia con la natura. Tradizionalmente cacciatori, raccoglievano boccioli di palma per ricavarne miele selvatico e coltivavano piccoli appezzamenti nella foresta per produrre patata, tabacco, mais e manioca. Le loro abitazioni erano di forma circolare, relativamente basse, costruite piantando pali nel terreno ed unendo gli estremi superiori a mo’ di cupola. Sopra si collocavano rami, erba e foglie, creando un tetto rustico. Per le loro feste e riti ottengono bevande dalla fermentazione di algarrobo, miele, mais e zucca. Per la caccia e la guerra utilizzavano un bastone di legno duro, archi e frecce. La corda dell’arco era fatta di stringhe di pelle di cervo. Per tener nota del tempo avevano un bastoncino nel quale incidevano una tacca per ogni giorno che passava. Come strumenti musicali utilizzano un flauto di bambù e un fischietto di palo santo o di osso, tamburi di cuoio che percuotono con bastoni di legno ed anche una specie di violino rustico, con un’unica corda fatta di setole. Il suono si ottiene per frizione di un piccolo arco di setola e legno. Producono coperte, cinture a volte decorate con conchiglie e piume scarlatte e braccialetti. Le borse di lana sono fatte di lana di pecora di due colori, bianco e scuro con disegni geometrici o figurativi con telai costruiti con due pali piantati al suolo uniti da altri pali trasversali. Tappeti e grandi borse per trasportare il miele, sono prodotti con cuoio o pelle di ñandú. Collane molto lunghe, fino a 6 metri, sono realizzate con conchiglie o con semi. Le donne producono utensili per la casa di terracotta, da utilizzare come pentole, vasi, recipienti e vassoi per il cibo, decorati con motivi geometrici o raffigurazioni di animali. Arrivo al Parador Pirahu e sosta per la seconda possibilità di provare le loro eccezionali empanadas, non dimenticando di provare quella all’oliva! Nel pomeriggio, arrivo nella città di Asunción. Sistemazione in albergo nelle camere riservate, cena e pernottamento.

Piccola colazione in albergo. Tempo a disposizione. Trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia (via Madrid). Pernottamento a bordo.

Arrivo all’aeroporto di Roma Fiumicino nel primo pomeriggio.