Baalbek domina dall’alto dei suoi 1150 metri di quota tutta la valle della Bekaa e segna lo spartiacque tra il fiume Oronte (Aassi) diretto a nord e il Leonte (Litani) che scende a sud. A occidente della valle si susseguono le cime della Montagna del Libano, che raggiunge il tetto con i 3088 metri della vetta del Qurnat. Di fronte, a oriente, è la più bonaria catena montuosa dell’Antilibano che tocca comunque i 2814 metri sulla vetta del biblico monte Hermon da cui nasce il fiume Giordano. La ricchezza d’acqua, la fertilità del suolo e la fiorente agricoltura spiegano il preminente ruolo storico della città. Baalbek fu antico crocevia commerciale, deposito di grano della regione e centro di smistamento delle carovane di merci provenienti dall’oriente e dirette ai porti del mare fenicio. E fu primario centro religioso, sede di templi e luogo di pellegrinaggi. Il culto fenicio di Baal (che ha dato il nome alla città) si tramutò in quello di Zeus nel periodo greco di Heliopolis, la città del sole, e fu ripreso dai Romani con la dedicazione a Giove. Una singolare stratificazione di culti che continuò nelle successive epoche cristiana, bizantina e araba.
Oggi Baalbek è il principale centro archeologico del Libano grazie al suo complesso dei templi romani, ritrovati, scavati, rialzati e restaurati dagli architetti tedeschi, francesi, libanesi e da ultimo anche italiani. La visita dell’area archeologica inizia dal grande tempio di Giove. Una scala ricostruita sale all’ingresso monumentale dei Propilei. Quattro delle dodici colonne originarie sono state rialzate e sono incorniciate da due grandi torri trasformate nei baluardi della fortezza medievale.
Si passa poi al cortile esagonale che costituiva uno spazio intermedio dove i fedeli si preparavano in meditazione prima di accedere al santuario.
Immediatamente dopo si trova la grande corte centrale, dove sorgevano gli altari dedicati ai sacrifici e due vasche rettangolari. Essa racchiudeva i principali luoghi di culto ed era chiusa da un elegante portico con quattro esedre semicircolari.
Si sale quindi al cuore del gigantesco tempio di Giove. Sei colonne residue delle cinquantaquattro originarie attestano la grandiosità del podio che sovrastava di sette metri il cortile e costituisce un eccezionale punto panoramico sull’area archeologica, la città e le due catene montuose libanesi.
Accanto al tempio di Giove fu costruito il tempio di Bacco. La visita consente di apprezzarne l’ottimo stato di conservazione. Per avere un’idea delle dimensioni, questo tempio che appare minuscolo rispetto al contiguo santuario di Giove, è comunque più grande dello stesso Partenone di Atene. Assai godibili sono i fregi che decorano il portale e il peristilio.
Si osserva poi il tempio di Venere, una graziosa struttura circolare, decorata da nicchie e circondata da sei colonne corinzie. Il tempio pagano fu riutilizzato in epoca cristiana dai cattolici greci con la dedicazione a Santa Barbara.
(Articolo pubblicato dall'autore sul proprio blog il 13 Aprile 2019 e qui ripubblicato con il consenso dello stesso, permalink all'articolo originale: https://wp.me/p3L1ab-1WR. Fotografie dell'autore.)