Cripta di Sant’Agnese in Agone: riapre ai visitatori il gioiello di Piazza Navona

di OMNIA Vatican&Rome   -   pubblicato il 17/06/2024

 

La Chiesa di Sant’Agnese in Agone è dedicata ad una delle più popolari martiri romane, che si contraddistinse per la forza di volontà nel difendere i propri valori e la propria consacrazione a Dio, sacrificando la sua stessa vita. A seguito del recente restauro, torna visitabile il luogo stesso del martirio di Santa Agnese, da subito trasformato in piccolo santuario in onore della santa e meta di pellegrinaggio, oggi accessibile dai sotterranei della bella Chiesa barocca.

 

Al centro a Piazza Navona, una delle più importanti piazze barocche di Roma, sorge la Chiesa di Sant’Agnese in Agone. La piazza, che occupa la zona dell’Antico Stadio di Domiziano dove i romani realizzavano le loro attività sportive e agonistiche, ricevette in dono dai papi dell’epoca le tre meravigliose fontane che vediamo oggi assumendo la denominazione di Fontana del Nettuno, Fontana dei Fiumi e Fontana del Moro oltre ai palazzi che la contornano e le chiese tra cui quella appunto dedicata a S. Agnese. L’inizio dei lavori di quest’ultima risale al 1652 anno in cui Innocenzo X Pamphili incaricò della costruzione l’architetto Rainaldi. Nel corso degli anni si alternarono diversi architetti tra cui Borromini, Bernini, Giovanni Maria Baratta e Giuseppe Baratta.

 

Chiesa di Sant Agnese in Agone - Piazza Navona a Roma
Chiesa di Sant'Agnese in Agone - Piazza Navona a Roma

 

La Chiesa è dedicata ad una delle più popolari martiri romane Agnese, che si è contraddistinta per la forza di volontà nel difendere i propri valori e la propria consacrazione a Dio sacrificando la sua stessa vita. Inizialmente, la chiesa era officiata dai monaci Basiliani, ma in seguito questi furono sostituiti dai Benedettini di Farfa. Fu ampliata sotto il pontificato di Callisto II e consacrata in onore della martire il 28 gennaio del 1123. In una pergamena del 1145 la chiesa è menzionata come “ex criptis Agonis”. Successivamente, Papa Nicolò V assegnò la chiesa ai monasteri di Sant’Andrea in flumine presso Ponzano e di San Silvestro sul monte Soratte, entrambi dipendenze farfensi. Verso la fine del XIV secolo o l’inizio del XV secolo, la chiesa divenne una parrocchia (vi fu battezzata Santa Francesca Romana nel 1384), e il 6 luglio 1517 Papa Leone X la elevò a titolo cardinalizio.

In seguito al martirio di Agnese l’area fu trasformata in un piccolo santuario in onore della santa e divenne presto meta di pellegrinaggio poiché dall’interno della bella Chiesa barocca si poteva accedere nel sotterraneo, dove secondo l’antica tradizione, si trovava uno dei lupanari dello Stadio di Domiziano. Scendendo le scale troviamo una lapide che riporta questa inscrizione: "Entrata Agnese in questo luogo di turpitudine, trovò l’angelo del Signore pronto ad assisterla".

Conosciamo brevemente la storia di Agnese che, all’epoca tredicenne, ebbe le attenzioni del nipote di Diocleziano. Lo stesso imperatore che il 24 Febbraio del 303 dichiarò il Cristianesimo fuori legge iniziando le persecuzioni nei confronti di chi professava e di chi fosse solo simpatizzante di questa religione. Agnese aveva fatto voto di castità consacrandosi totalmente a Dio. Il giovane, invaghitosi di lei, tentò di usarle violenza ma la ragazza lo respinse. Venne quindi richiusa nel lupanare insieme alle prostitute dove, non protetta, avrebbe subito violenza. Quando il ragazzo, recatosi al lupanare, tentò di violarla, giunse l’Angelo, lo toccò ed egli cadde morto ai piedi della fanciulla. Ma Agnese, impietosita, chiese l’intercessione del Signore e il ragazzo risuscitò. A quel punto fu accusata di stregoneria e condannata al rogo. Portata sulla pira e denudata, ebbe l’ennesimo miracolo. D’improvviso le crebbero i capelli che la ripararono dagli occhi curiosi mentre le fiamme si divisero in due senza lambire il suo corpo. Alla fine, un soldato con un colpo di spada le trafisse la gola proprio come un agnello immolato e la giovane morì, proprio nel luogo dove oggi si trova la Cripta.

 

Affreschi nella Cripta di Sant Agnese in Agone
Affreschi nella Cripta di Sant Agnese in Agone

 

La “grotta” di Sant’Agnese, anche conosciuta come sacellum infimum, è l’unica parte rimasta della chiesa originale. Era possibile accedervi attraverso i gradini dietro l’altare maggiore, che portavano ai fornici dello stadio. Il grande architetto Francesco Borromini nel 1654 si occupò di un primo risanamento delle strutture della Cripta, compromesse dall’umidità. La cripta si presenta divisa in tre ambienti distinti. Il primo, il più ampio, presenta un grande vano con due pilastri che sorreggono tre arcate. Gli altri due ambienti sono orientati verso Piazza Navona e corrispondono alla cripta della chiesa medievale. Sulla parete della scala che scende alla cripta è presente un affresco seicentesco raffigurante Sant’Agnese sostenuta dall’angelo. Sotto il dipinto è posizionata una lastra marmorea incisa da Dionisio Filocalo, ordinata da Papa Damaso e in seguito utilizzata come lastra pavimentale dal VII secolo. Nel 1728, fu ritrovata e recuperata dal sacerdote archeologo Giovanni Marangoni. Sull’altare marmoreo, incorniciato da una struttura a forma di tabernacolo con due angioletti in preghiera alla base, è presente un altorilievo che raffigura Sant’Agnese condotta al martirio, realizzato da Giovanni Buratti, su disegno di Alessandro Algardi, tra il 1661 e il 1663. Il timpano è ornato da altri due angeli adoranti. In passato, molti autori attribuivano l’opera all’Algardi, ma recentemente si è scoperto che il maestro ne aveva solo progettato l’opera.

La cripta, soggetta a frequenti allagamenti, fu restaurata nel 1885 dall’architetto Andrea Busiri Vici che intervenne anche sul pavimento realizzato con la tecnica dell’opus sectile. Infine, l’antico oratorio, con un’impronta medievale evidente nelle due colonne con capitelli ionici che sostengono le volte e nel pavimento, conserva ancora resti della decorazione cosmatesca sul gradino dell’altare. Nella prima cappella, scolpito da Giovanni Buratti, troviamo un altorilievo che raffigura S. Agnese condotta al martirio da due soldati. La santa appare ricoperta da lunghi capelli che la celano come una veste, sottraendola agli sguardi oltraggiosi. Avanza composta verso il suo destino, apparentemente indifesa ma sorretta invece dalla sua incrollabile fede.

 

Nel deambulatorio principale possiamo ancora oggi ammirare le volte affrescate che contengono ciascuna un serafino. Accedendo da una scala interna possiamo inoltre sono visibili i resti dei fornici dello Stadio di Domiziano, costruito nel 100 d.C in muratura. Il fornice indicava gli archi delle facciate esterne di teatri e anfiteatri, che consentiva di accedere ai posti a sedere nella cavea per mezzo di passaggi ricavati nella struttura come nel caso appunto dello Stadio di Domiziano ( backlink omnia visita Piazza Navona underground). Gli ultimi due ambienti sono ancora da restaurare. L’elemento più interessante del vano, adiacente all’antico oratorio, è senza dubbio il pavimento a grandi lastre in marmo, con due preziosi riquadri eseguiti con la tecnica del mosaico in opus sectile, tessellato di pregevole fattura e legato alla memoria del martirio della santa. Il pavimento risale a un intervento realizzato su indicazione di Papa Callisto II (nel XII secolo) e di quell’opera restano due grandi pannelli quadrati, ciascuno con un fiore inscritto a otto petali e dischetto marmoreo centrale. Nella volta affrescata Cristo, nella mandorla seduto sul trono, porta fiori bianchi in cerchi rossi nella mano destra, circondato dai quattro esseri viventi della visione di Ezechiele.

Il cuore di questo luogo è senza dubbio la cappellina medioevale luogo del Martirio di S. Agnese, dove si conserva un bellissimo pavimento cosmatesco del XII secolo. Possiamo inoltre ammirare quattro iscrizioni su lastre di marmo: una è a sinistra dell'altare, due sono inserite nella pavimentazione cosmatesca e una terza su di una lastra tra due serie sempre cosmatesche. Sopra l’altare possiamo inoltre intravedere nell’affresco la Croce gloriosa nell’aureola di luce.

 

Entrata Agnese in questo luogo di turpitudine, trovò l angelo del Signore pronto ad assisterla (
Entrata Agnese in questo luogo di turpitudine, trovò l’angelo del Signore pronto ad assisterla

 

Nel 2017 è stata avviata un’accurata ricerca storico-scientifica per valutare lo stato di conservazione degli ambienti e degli affreschi presenti nella Cripta, che versavano in uno stato avanzato di degrado e risultavano quasi completamente illeggibili. Successivamente è stato installato un impianto di sanificazione ambientale che ha permesso di stabilizzare l’umidità. Successivi interventi hanno portato al restauro ed alla pulizia dei dipinti oltre ad importanti opere di sanificazione e di illuminazione degli ambienti hanno fatto si che questo luogo tornasse agli antichi splendori.

 

Tutti questi provvedimenti, eseguiti con grande attenzione e competenza atti a preservare e restituire le opere al loro splendore originale, hanno generato come naturale sviluppo il consolidamento di una importante collaborazione tra Opera Romana Pellegrinaggi e la Chiesa di S. Agnese in Agone. A partire dal Giugno 2024 la divisione OMNIA Vatican&Rome di Opera Romana Pellegrinaggi collabora alla gestione degli ingressi alla cripta di S. Agnese: un nuovo desk di accoglienza presidiato da personale qualificato, dal martedì al sabato garantirà l'apertura al pubblico del sito, ora visitabile con itinerari accompagnati o guidati prenotabili online.

Per accedere alla Cripta di Sant'Agnese in Agone a Piazza Navona a Roma, e scoprire la bellezza e la spiritualità di questo luogo, visita la sezione dedicata sul sito Omnia Vatican&Rome.

 

OMNIA Vatican&Rome

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